CONSEGUENZE PSICOLOGICHE del CORONAVIRUS

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L'emergenza che tutti noi stiamo vivendo a causa del CORONAVIRUS, sta cominciando lentamente a presentare il suo conto sul piano emotivo e psicologico. Il susseguirsi dei vari e ripetuti Decreti Ministeriali in materia di contenimento del contagio da COVID-19 stanno progressivamente (e giustificatamente) limitando sempre più le nostre libertà personali, azzerando ogni forma di contatto con l'ormai agognato "esterno" e con gli "altri" che lo abitavano. Molto spesso però gli altri sono amici, familiari, figli, genitori e persone a cui siamo legati affettivamente e da cui dobbiamo mantenere una distanza inviolabile e piena di preoccupazioni ed angoscia. Di contro le restrizioni ci obbligano spesso ad una convivenza forzata ed innaturale con familiari e conviventi in cui rischiamo di perdere tutti quei paramtri sui quali avevamo costruito il delicato e essenziale equilibrio della notra intera vita.

Le giornate si sussuguono lente, piene di attesa e costrizione, intrise di preoccupazione e apocalittiche previsioni, legate ai bollettini giornalieri e con la speranza di scorgere (almeno oggi) finalmente dei "numeri migliori". Tutto è cambiato nel corso di sole 4 settimane dal primo contagiato in Italia, troppo poco tempo per reagire con quell'esperienza che nessuno di noi realmente possiede. Forse solo i nostri nonni durante la guerra e l'occupazione ricordano un periodo di tensione, angoscia ed incertezza di questa portata, sebbene con un impatto sociale molto diverso. A noi è stato chiesto "solamente" di stare a casa e curare le basilari norme igieniche, eppure l'impatto che sta avendo su ogniuno di noi appere già molto grave, a volte devastante dopo sole due settimane di confinamento forzato.  Impatto che risulta inimmaginabile se si considerano le categorie professionali, come i medici, i farmacisti, gli operatori sanitari e i lavoratori esposti ai rischi di contagio, che quotidianamente garantiscono il funzionamento dei servizi basilari durante questa crisi, pur avendo anch'essi spesso una famiglia a cui tornare.

In questo scenario di carestia sensoriale e di evitamento dell'altro siamo costretti a trovare quelle parole e quei gesti di intesa che sono sempre stati affidati al contatto fisico, al bacio ed all'abbraccio, che adesso vengono sacrificati in attesa di tempi migliori. L'arrivo del COVID-19 lascierà senz'altro un profondo e arido solco di desolazione e distanza dietro di se, anche quando tutto sarà (speriamo presto) passato. Le relazioni ed i rapporti sociali e interpersonali stanno subendo un ridimensionamento radicale fatto di diffidenza, isofferenza e controllo fobico della distanza dagli altri.

E' importante, a questo punto, considerare con attenzione quelle che sono le conseguenze psicologiche, relazionali e sociali che dovremmo affrontare nelle prossime settimane di quarantena, per contrastare la scia di desolazione che il Coronavirus sta seminando dietro di se:

 Conseguenze Psicologiche:

E' particolarmente evidente come tutti noi, pur restando confinati nelle nostre stesse case, ci sentiamo esposti alla paura, all'ansia ed al bisogno di controllo, prima che al virus stesso. Il contiuno bombardamento mediatico fatto di numeri, percentuali, fake news e previsioni più o meno catastrofiche, generano frequentemente un elevato livello di stress dovuto alla paura del contagio ma anche al timore delle conseguenze del virus sui nostri cari e su noi stessi. Il clima di incertezza e continuo cambiamento ha conseguenze marcate sul tono dell'umore, sull'irritabilità e sul senso di impotenza e frustrazione che ci accompagna quotidianamente, attivando frequentemente tutte quelle reazioni somatiche e psicofisiche proprie degli stati acuti di ansia e fobia, con conseguenze evidenti sul piano della paranoia, del panico, dell'insonnia, ipocondria e del timore della perdita, dell'abbandono e della morte. La crescente distanza dagli altri e dalla nostra vita di sempre (pur con i suoi difetti) incrementano perciò anche risposte emotive tendenti alla depressione, allo stress, fino all'insorgenza di  segnali di stress post-traumatico.

 Conseguenze relazionali e sociali:

I vari decreti che si susseguono a cadenza giornaliera ribadiscono universalmente la necessità di una radicale assenza di contatti con gli altri, conosciuti o sconosciuti, familiari o amici, dai quali stare ad una distanza controllata e con i quali interagire attraverso una mascherina (praticamente introvabile) e guanti di lattice. Quindi pressochè nessun contatto fisico o mimico può permetterci di esprimere, come facevamo prima, le nostre emozioni, le ansie o lo spessore del legame che ci unisce. Siamo perciò chiamati a sfruttare al massimo tutti quegli strumenti che quotidianamente albergano nelle nostre tasche o nelle nostre case come cellulari, tablet e computer che adesso rappresentano quei pochi "veicoli" attraverso cui comunicare vicinanza affetto ed empatia. La chiamata, la videochiamata, la chat e le foto/video rappresentano, ora come mai prima, il miglior mezzo per annullare ogni distanza, stimolando nuovi spunti comunicativi verbali ed espressivi  ed invertendo la regola aurea del "gesto che vale più di mille parole".
La convivenza forzata h24 a cui siamo obbligati è in grado di attivare una serie di tematiche familiari, affettive e di coppia che spesso non siamo abituati a trattare per periodi prolungati. Tutti noi abbiamo strutturato la propria vita sulla presenza ma anche sull'assenza dell'altro in modo da garantire ad ogniuno il proprio spazio, la propria solitudine, la propria privacy....il proprio equilibrio insomma. La convivenza a questo livello ci impone tuttavia di riconsiderare gli spazi e le  mansioni in modo molto profondo ed è in grado di rappresentare un pericoloso fattore di stress persistente e prolungato come in una sorta di domenica che non finisce mai. La "giusta distanza" è senz'altro un fattore fondamentale per la longevità di una coppia, come per l'equilibrio di una famiglia  o di un gruppo di persone, impedendo alle dinamiche relazionali di diventare asfittiche e reciprocamente logoranti.  Condizioni come quelle che sono imposte generano perciò frequentemente liti, discussioni spesso inutili e conflitti che, a loro volta, diventano ulteriori generatori di tensioni e stress in grado di far emergere intolleranza ed una saturazione emotiva e psicofisica.

 

Cosa fare:

Bombardamento mediatico, notizie, statistiche ed emozioni completamente nuove e spesso drammatiche ci hanno colto (e continuano a farlo) del tutto impreparati e privi dell'esperienza di gestione necessaria. E' fondamentale, specialmente adesso, riuscire a ritrovare e mantenere la calma ed un pensiero lucido e ben orientato, evitando il rischio di farsi soffocare dal panico e prendere decisioni irrazionali, impulsive o addirittura pricolose. Ecco quindi una serie di regole semplici ma efficaci per contrastare il disagio quotidiano che accompagna la quarantena:

  • Gestire lo Stress sviluppando "Resilienza": Un ottimo metodo per contrastare lo stress è quello di adottare un atteggiamento positivo di fronte a situazioni negative (Resilienza), cercando di utilizzare le risorse disponibili per sfruttare al meglio ogni occasione che anche la clausura può offrire, come recuperare attività abbandonate o proseguire in quelle preferite riadattandole al contesto domestico e relazionale tipico della quarantena.

  • Gestione delle emozioni negative: E' molto importante riconoscere le emozioni negative  "dandogli un nome" proprio (es.: mi sento spaventato, triste, teso, angosciato, etc), lasciandole fluire senza cercare di risolverle immediatamente e senza nasconderle o reprimerle (con uno sforzo inutile che nessuno può gestire del tutto. E' possibile modulare queste emozioni grazie alla distrazione, il riorientamento verso attività più gratificanti ed anche grazie a semplici tecniche di rilassamento (come la respirazione lenta e ontrollata per 5-10 min.).

  • Capire la paura: La paura è una emozione naturale ed ancestrale che ci ha permesso evolutivamente si sopravvivere ed adattarci al mondo, garantendo all'uomo la capacità di mantenere alta l'attenzione e rispondere repentinamente ai pericoli. Tuttavia la paura viene spesso accompagnata dall'ansia, una sensazione piacevole di preoccupazione anticipatoria (spesso eccessiva) nei confronti degli stimoli potenzialmente pericolosi. Quando eccessiva però rischia di avere un'azione disadattiva e predisporci a reazioni irrazionali ed impulsive. Riflettere sull'entità della paura in modo critico e razionale ci permette di gestire gli eccessi di ansia e tenere un comportamento consapevole ed adeguato alla tutela degli altri e a proteggerci dal contagio.
  • Minimalismo Digitale:  E' senz'altro un momento in cui i social ci permettono di restare in contatto (almeno virtualmente) con le persone, con gli affetti e con le ultime notizie, ma rappresentano anche un veicolo pericoloso di notizie contrastanti, arbitrarie e fake news che contribuiscono all'aumento del livello di tensione ed il senso di continua allerta. Prendersi una pausa, circoscrivere i momenti di fruizione e selezionare bene i contenuti (meglio se ricavati da fonti ufficiali), possono consentire un uso funzionale e realmente utile di questi strumenti.

  • Organizzare la propria giornata: La quarantena ha rivoluzionato brutalmente i ritmi e le attività quotidiane in modo profondo, sottraendoci le abitudini su cui ogniuno ha organizzato la propria vita.  L'impossibiltà di uscire di casa e l'assenza di una precisa organizzazione temporale della giornata, distorcono fortemente la percezione dello scorrere del tempo, creando una sensazione di lentezza e vuoto difficile da contrastare spontaneamente. Diviene perciò importante suddividere la propria giornata in una serie di momenti a cui restituire dignità ed importanza, come concedersi il giusto tempo per la preparazione e la consumazione del cibo durante i pasti; dedicare un preciso periodo della giornata allo "smart work" (per chi può) in modo da favorire la concentrazione e l'efficacia lavorativa senza disperdere risorse ed evitare distrazione tipiche dell'ambiente domestico; inserire quotidianamente un momento dedicato allo sport e all'attività fisica (ovviamente da compiersi in casa, es.: Yoga, Pilates, ginnastica o esercizio a corpo libero, stetching, etc.), in modo da contrastare la sedentarietà e garantire un buon equilibro psico-fisico ed emotivo; rispettare (dove possibile) le "vecchie abitudini",  che possediamo,  come gli orari dei pasti, i momenti di svago e gioco, l'aperitivo serale, etc., in modo da mantenere una cadenza che conosciamo e a cui affidarsi; dedicare momenti circoscritti alla fruizione di contenuti multimediali come musica, film, serie tv, esplorando magari generi e categorie nuove, diversificando gli stimoli ed ampliandoi nostri orizzonti; inserire nuove e sane abitudini che non per motivi vari non siamo mai riusciti a innescare o portare avanti (leggere quel libro che avrei voluto, eseguire piccoli lavori di manutenzione domestica che avevamo sempre rimandato o evitato, seguire un corso online di lingua o utile ad apprendere nuove abilità, dedicare tempo ad attività creative da soli o coi propri figli o familiari.

  • Mantenere la socializzazione: Può sembrare paradossale ma in questo momento di clausura è fondamentale recuperare le attività sociali che riempivano le nostre settimane e riadattarle alla quarantena attraverso tutti quegli strumenti digitali che affollano cellulari e tablet di ogniuno. Grazie ad esempio a piattaforme come Skype, WhatsApp, Zoom, etc, è possibile svolgere molte attività condivisibili con gli altri in tempo reale (sebbene a distanza) come una videoconferenza con più partecipanti o familiari, un gioco da tavola, un aperitivo con gli amici, preparare un piatto o un dolce, tutti comodamente al sicuro nelle proprie cucine, ma condividendo comunque esperienze, opinioni ed emozioni che abbiamo istintivamente bisogno di esprimere e confrontare, soprattutto in momenti di incertezza e tensione come questo.